giovedì 25 giugno 2009

OLGIATA: GIP RESPINGE ARCHIVIAZIONE, CASO SI RIAPRE


Un delitto irrisolto da 18 anni. Un 'cold case' al pari dell'omicidio di Simonetta Cesaroni la ragazza uccisa nell'agosto del 1990 a Roma, una vicenda a cui gli inquirenti tentano tenacemente di dare soluzione. E come per il giallo di Via Poma - giunto alla vigilia dell'esame della richiesta di rinvio a giudizio per l'ex fidanzato - anche per il delitto dell'Olgiata, l'assassinio della contessa Alberica Filo della Torre ammazzata il 10 luglio del 1991 nella sua villa, un giudice oggi ha ordinato nuove indagini dando una speranza giudiziaria. Il gip del Tribunale di Roma, Cecilia Demma, ha infatti respinto oggi la richiesta di archiviazione per i due storici indagati della vicenda, l'ex domestico filippino Winston Manuel e il figlio della governante della contessa, Roberto Iacono. Ma il giudice, cosa più importante, ha ordinato alla procura, dando un limite di sei mesi con facoltà di proroga, di riesaminare completamente il caso analizzando alla luce delle nuove tecniche di indagine, sia biologiche, sia strumentali, tutti i reperti acquisiti: primo tra tutti lo zoccolo usato come arma del delitto per colpire la contessa a morte. Un ordinanza, quella del gip Demma, che è anche una censura rispetto all'indagine condotta fino ad ora, anche se in sede di udienza preliminare i pm Diana De Martino e Francesca Loy, facendo marcia indietro rispetto all'originario orientamento della procura stessa, avevano formulato al gip la volontà di poter continuare l'inchiesta. Restano indagati dunque per omicidio volontario, anche se gli esami del dna e quelli biologici avevano escluso un loro coinvolgimento, sia Winston, sia Iacono. Ad opporsi alla archiviazione della loro posizione, nei mesi scorsi, era stato il legale di Pietro Mattei, vedovo della contessa presente oggi in aula, l'avvocato Giuseppe Marazzita che ha raccolto nuove prove scovando una nuova testimone, un'amica della nobildonna, depositaria dei timori della stessa contessa a cui lei avrebbe confessato di temere per la propria vita e di essere spiata. Altro reperto che il gip ha ordinato di acquisire è la famosa agenda di Alberica Filo della Torre, piena zeppa di nomi di vip, di personaggi istituzionali e sulla quale, secondo l'avvocato Marazzita, potrebbero essere segnati date e orari di appuntamenti da verificare, proprio il giorno 10 luglio 1991. Agenda saltata fuori nei mesi scorsi grazie alle dichiarazioni di un giornalista che ne è entrato in possesso. Il gip ha ordinato infine alla procura di acquisire le centinaia di foto scattate sulla scena del crimine e che non sono nel fascicolo. E chiesto l'espletamento di nuove analisi biologiche sul Rolex d'oro fermo all'ora del delitto che Alberica portava al polso e "inspiegabilmente" - ha detto l'avvocato Marazzita - mai acquisito dalla procura e custodito da Pietro Mattei fino alla consegna fatta agli inquirenti. Insomma quella sul delitto dell'Olgiata, uno dei tanti gialli di Roma ancora avvolti nel mistero, è una indagine che riparte da zero, o quasi, visto che i due indagati e la loro iscrizione sono solo stati una sorta di "mezzo tecnico" per poter riaprire l'inchiesta. "Siamo più che soddisfatti - ha detto l'avvocato Marazzita - il gip è andato oltre la nostra richiesta di opposizione all'archiviazione ordinando un radicale e sostanziale riesame delle prove e l'acquisizione di nuovi reperti".

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